giorno 102 - 30 novembre 2006 
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Ieri sera con il buio abbiamo superato il confine con lo stato della Louisiana, che ci ha accolti in due lingue: inglese e francese. Siamo in pieno territorio "cajun" una regione eclettica e interessante per la convivenza di molte tradizioni diverse: afro-caraibica degli ex-schiavi, francese proveniente dalla odierna Nuova Scozia, spagnola e dal 1803 terra degli USA. Siamo anche in uno degli stati più poveri degli USA, secondo solo al Mississippi. Al terzo posto, l'Alabama. Non so se ve ne siete accorti, ma si tratta di tre stati confinanti, tutti con un passato abominevole con cui fare i conti.

Sorvolo sulle vicissitudini della mattinata: altra gomma a terra che dobbiamo sostituire, io ne approfitto per lavorare a Starbucks, poi Petino gratta il camper contro una colonnina e spezza una staffa di supporto del tendone...

In tarda mattinata ci rimettiamo in cammino verso New Orleans, passando per Baton Rouge, la capitale. Siamo vicini alle paludi che caratterizzano la zona più meridionale della Louisiana: terra di alligatori. La vegetazione è lussureggiante, l'aria è molto umida anche a cielo coperto.

Suggerisco di fermarci a visitare una piantagione ma la mia proposta non trova orecchie interessate. Lasciamo in fretta Baton Rouge, che non ci colpisce affatto se non per la somiglianza con Freeport, Texas e arriviamo a New Orleans in un acquazzone che sa di uragano. Mai vista una pioggia così insistente e fitta. Il campeggio si trova al limitare della città in una zona che sa di malfamato, ma non abbiamo scelta. Da quando Katrina ha colpito questa zona, anche i campeggi sono affollati, e non di turisti di passaggio come noi, ma di gente locale ancora sfollata e costretta a vivere in roulotte. Dopo un anno e 3 mesi dall'uragano, la ricostruzione stenta a vedersi: molte case sono ancora scoperchiate, moltissime persone vivono ancora nelle roulotte parcheggiate davanti a casa mentre lavorano alla ricostruzione delle abitazioni. Altre case decrepite sono state abbandonate e mai abbattute: restano lì pronte a crollare da un momento all'altro, a testimonianza della furia dell'uragano. Molte, moltissime case sfidano la legge della gravità e sono in piedi per puro miracolo. Sporcizia, pattume, calcinacci, detriti, ferri arrugginiti, carcasse di auto, porte e finestre senza vetri disseminati lungo le strade. E accattoni a ogni angolo di strada.

Finora quello che abbiamo visto non ci piace, ma capisco anche che in parte ci sono dei motivi validi.

Zona paludosa infestate dagli alligatori.

Altro esempio.

Vista di Baton Rouge dal ponte dell'autostrada.

Vero che assomiglia a Freeport, TX?
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